LO SPIEGA CARLO ARATA ALLA RIVISTA “PROFESSIONE GOLF CLUB” EDITA DA “GOLF & TURISMO”
In un brillante servizio intitolato “Il triangolo del buon gioco”, Professione Golf Club parla di Camuzzago, Brianza e Villa Paradiso. Roberto Zoldan, giornalista e bravo golfista, scrive dei tre circoli con un taglio tecnico, spiegandone la genesi e le prospettive. In particolare questo numero è focalizzato sul rapporto con l’ambiente con un occhio puntato sulla gestione di una struttura così vasta e immersa nella natura che la circonda. Spazio quindi ai superintendent Enrico Colzani (Brianza) e Carlo Arata che si occupa dei green di Camuzzago e di quelli di Villa Paradiso.
Dopo aver premesso che a Camuzzago c’è stato “il recupero architettonico del Borgo messo a punto con la collaborazione della competente Sovrintendenza dei beni culturali” si legge che “attorno a un campo a nove buche è stato realizzato un centro residenziale rispettoso di natura, immobili storici, habitat naturale. Tutto esaurito, sul fairway e nelle strutture”.
A una domanda precisa, Carlo Arata spiega che “i green di Camuzzago in totale hanno una superficie di 0,65 ettari e sono tagliati a tre mm. I tee, che assommano a 0,4 ettari, sono a 10 millimetri. I fairway hanno una superficie totale di 2,7 ettari: li abbiamo messi a 12 millimetri e il semirough a 25. Sono le misure suggerite dal tipo di erba: i green e i tee sono in purezza di agrostis palustris shark e i fairway in agrostis palustris L93″. Ne consegue un “tappeto erboso nano e fino, intrecciato e fitto, con una superficie uniforme, morbida ed elastica. Il risultato è un manto compatto, resistente al calpestio e capace di durare a lungo”.
A chiosa del servizio si parla ancora della membership unica (permette di giocare tutto l’anno nei tre circoli), novità quasi assoluta nel panorama golfistico di casa nostra.
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